I cibi fermentati
La vita che alimenta la vita
“In un’epoca in cui per molti l’unico modo di affrontare le difficoltà sembra essere lo sterminio e la desertificazione, per cui si sterilizza (per uccidere microbi), si eliminano sistematicamente le piante spontanee (attraverso il diserbo) e si diffondono veleni in modo indiscriminato (disinfestazioni in campo agricolo e civile) è vitale recuperare e attualizzare l’antichissima tradizione di fermentare i cibi.”
Da tempo immemore l’uomo si serve dell’attività dei microrganismi per rendere molti cibi più sani e conservabili.
Pane, vino, salumi, formaggi, aceto, yogurt, kefir, kombucha, miso, salsa di soia, kimchi, ecc.
Ma anche vari tipi di verdura! In molte case si è da tempo perso l’antico rito di mettere a fermentare i prodotti stagionali per consumarli in altri momenti dell’anno, ma oggi c’è un lento ritorno a queste pratiche antiche.
Molti di questi cibi sono importanti probiotici, in grado cioè di arricchire il nostro microbiota, ossia la nostra comunità simbiotica di microbi. Moltissimi sono infatti i microbi che, vivendo in simbiosi con il nostro organismo, ci permettono di vivere in modo sano.
Seppure la versatilità delle fermentazioni in cucina sia senza pari, spesso le difficoltà nel gestire l’attività microbica non mancano. Soprattutto oggi. Non si dovrebbero mai sottovalutare i rischi che possono essere legati alla conservazione improvvisata dei cibi, anche se con una preparazione adeguata molti metodi possono risultare estremamente semplici.
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“Alimentarsi significa dare modo all’organismo di vivere. Non si tratta solamente di un apporto energetico in senso stretto, ma di una relazione con la vita che ci circonda, con il nostro mondo.”